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Rassegna stampa - Documento |
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«L'area finanza come un hub che guiderà l'innovazione»
di Marco Frojo
Affari & Finanza - La Repubblica
Lunedì 27 luglio 2020
Una delle figure cardine nella trasformazione digitale delle aziende
potrebbe rivelarsi quella del chief operating officer. Di questo è convinto
Luigi Di Rienzo, director consulting ed head of Digital Cfo practice di Ntt
Data Italia, la società di consulenza e di servizi It che ha collaborato con
l'università Bocconi per la redazione del report "Digital-enabled Finance
Evolution. La prospettiva del Cfo". Secondo Di Rienzo l'area Finance
potrebbe addirittura «diventare un hub di catalizzazione e propagazione
delle competenze digitali all'interno dell'azienda» e il Cfo potrebbe quindi
assumere il ruolo di "evangelist" delle nuove competenze in azienda. Una
rivoluzione copernicana per una figura che è caratterizzata da un alto
livello di specializzazione in materie tecniche ma che sta assumendo sempre
più un ruolo attivo nelle decisioni che riguardano la creazione di valore
dell'azienda.
Figure chiave
«La trasformazione delle aziende e, in senso più ampio, dei mercati è un
fenomeno che è sotto gli occhi di tutti già da qualche anno e tra le figure
chiave nel rendere reale e sostenibile il cambiamento troviamo anche il Cfo
— gli fa eco Walter Ruffinoni, amministratore delegato Italia ed Emea di Ntt
Data, nonché autore del libro "Italia 5.0. Un nuovo umanesimo per rilanciare
il Paese", edito da Mondadori — Con questo report abbiamo voluto
fotografare, il livello di applicazione delle tecnologie digitali
nell'ambito Finance di aziende ed organizzazioni italiane e quale è stato il
contributo alla trasformazione del ruolo del Cfo come change agent e
protagonista del cambiamento. Con questa ricerca cerchiamo inoltre di
supportare i Cfo nel comprendere meglio l'impatto delle tecnologie sul
proprio lavoro e in generale sulla funzione Finance, estrapolando possibili
percorsi e modelli di evoluzione abilitati dal digitale».
Per Di Rienzo la ricerca realizzata con la Bocconi conferma come
l'evoluzione digitale della funzione Finance e del ruolo del Cfo sia un
obbligo per le aziende, a maggior ragione in contesti di mercato
caratterizzati da turbolenze esterne repentine e poco prevedibili come
quelli attuali. «Nella stragrande maggioranza dei casi le aziende italiane
hanno avviato una serie di sperimentazioni e progetti con uno scope of work
limitato, focalizzandosi su iniziative di automazione dei processi (Rpa),
per recuperare efficienza in attività amministrative di natura ricorrente, e
Advanced Analytics per migliorare l'efficacia e ridurre i tempi di fruizione
del dato ai fini decisionali — prosegue il manager di Ntt Data — In
particolare per le aziende ed il Cfo oggi è essenziale dotarsi di capacità
predittive che consentano, anche attraverso il supporto di simulazioni, la
previsione di scenari futuri di evoluzione del business e di prefigurare gli
impatti finanziari del loro avveramento».
Secondo Di Rienzo la tecnologia consentirà di liberare tempo e risorse
nell'area Finance facilitando il raggiungimento degli obiettivi, abbattendo
le tradizionali logiche organizzative e rendendo più agili i sottostanti
modelli di servizio. «Come fondamentale punto di partenza occorre che le
aziende abbiano ben chiari gli obiettivi che intendono raggiungere,
elaborino una visione e identifichino il proprio percorso evolutivo. La
digitalizzazione porterà a una revisione dei modelli organizzativi, che
diventeranno sempre più agili. In particolare, prevediamo una sempre
maggiore collaborazione tra il Finance, le Risorse umane e l'It. La
tecnologia diventa un asset sempre più a diretto utilizzo del business, e la
selezione dei talenti e l'allineamento delle competenze diventano aspetti
necessarie oltre che opportuni».
Il ruolo delle università
In questa trasformazione è chiamato a fare la propria parte il sistema
universitario, perché i nuovi direttori finanziari non devono solo
aggiungere nuove competenze, ma cambiare paradigma. Si ripropone così ancora
una volta uno dei principali problemi del sistema educativo italiano, ovvero
le poche sinergie fra le aule, in particolar modo quelle universitarie, e il
mondo del lavoro. «Sicuramente c'è ancora molta strada da fare ma esistono
già delle eccellenze accademiche che preparano i giovani alle reali
necessità delle aziende. Il futuro risiede nella progressiva integrazione
tra università e azienda. Il nostro approccio va proprio in questa
direzione: Ntt Data lavora in Italia con università di primo piano su tutto
il territorio. Oltre al lavoro con Sda Bocconi School of Management, da
tempo collaboriamo con l'Università della Calabria e con l'Università
Federico II di Napoli, che sono diventate la prima fonte di talenti da
impiegare nelle nostre sedi».
Nota: il contenuto del documento deve essere interpretato in relazione al periodo
in cui è stato redatto.
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